1. Trovar lavoro
La vita per un musicista non è mai stata facile. Il suo primo e pressante problema è trovare lavoro ed essere pagato per farlo: tutti infatti apprezzano la musica, ma non sempre possono o vogliono remunerare in modo adeguato chi vi dedica la propria vita.
Un primo gruppo di documenti quattro-cinquecenteschi (nn. 1-12) testimonia il grande interesse delle corti per la musica, e gli sforzi dei duchi di Milano per accaparrarsi i migliori musicisti: troviamo così raccomandazioni di cantanti e suonatori. Essi, dovendo spostarsi da una parte all’altra della penisola per raggiungere i committenti, potevano incontrare difficoltà nell'attraversare i confini: talvolta i lasciapassare non erano sufficienti, cosicchè poteva capitar loro di essere bloccati o addirittura imprigionati. E ci sono anche casi di musicisti che non vogliono spostarsi, come quello che rifiuta di recarsi a Milano, temendo che colleghi invidiosi lo possano avvelenare.
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1. Milano, 17 Novembre 1455. Il duca di Milano raccomanda a quello di Modena Pietro Bono, “venuto qui da nuy ad visitarne... sì per le soe virtute, et maxime del sonare, che crediamo il mondo non habia il suo paro.” Registri delle Missive, n. 29, f. 155. | |
2. Venezia, 28 marzo 1461. Al Duca di Milano viene raccomandato un ragazzo, “tanto apto ad la musicha como persona che mai vedesse, cossì al cantare como al sonare et ha una voce bonissima tuta de gorga...”, e che diventerà anche un “bono sonatore de liuto”. Autografi, cart. 94. | |
3. Lodi, 29 aprile 1467. Raccomandazione al duca di Modena di “Guasparro dal organo”, che suona “maravegliosamente”. Autografi, cart. 93. | |
4. Pavia, 15 gennaio 1471. Essendo “Lorenzino sonatore de Lauto”, richiesto dal duca di Milano, “fuora della terra”, il fratello ha assicurato “li scrivaria ch’el venesse dalla Vostra Signoria”. Autografi, cart. 94. | |
5. Mantova, 11 marzo 1470. Il marchese di Mantova ha cercato “per ogni via” di indurre un musicista cieco a recarsi dallo Sforza, ma senza risultato: “perché non avendo mai visto el mondo, da sonar in fuora, è come un puttino, et non olsa pur a manzar dubitandose che per invidia non sia venenato...” Autografi, cart. 94. | |
6. Venezia, 4 agosto 1462. Si informa il duca di Milano che “Matheo Thodesco sonatore de liuto è qua”, ed andrà a Milano “quando a Vostra Excellentia piacesse”: “pareme ch’el non sonasse may cossì bene como fa adesso”. Autografi, cart. 93. | |
7. s.d. (XV sec.). Si chiedono istruzioni a “Cicho” [Simonetta] sul da farsi per “quello maestro Iohanne organista alias del Re Ferdinando”, arrivato a Parma con una lettera dell’ambasciatore ma che “l’offitiale de le bulecte non... laxa paxare”. Autografi, cart. 94. | |
8. Milano, 26 novembre 1471. Tre musicisti, “li canturini Raynero, Antonio et Alexandro” avvisano il duca di Milano di non poterlo raggiungere a Vigevano: “nuy sime achì a Milano con grandissima melancolia, che non ne possiamo passare senza bollettino” e chiedono istruzioni, “cioè se habiamo de andare ò de restare...” Autografi, cart. 93. | |
9. Vigevano, 19 febbraio 1469. Il duca di Milano ordina al tesoriere di pagare i “cinque piffari Thodeschi exhibitori de questa,... Maestro Janes Antonio Piffaro,... il tamborino ... [e] quel de la viola”. Autografi, cart. 94. | |
10. s.d. (XV sec.). “Lista de la cometiva che va a Napoli per la illustrissima madona duchessa de Ferrara”. L’elenco specifica sia i componenti del seguito, sia le loro cavalcature (cavalli o muli). I musicisti comprendono “Pietrobono cum lo suo tenorista” (liutisti), Bernardo todescho, Piedro cantadore, tre “sonaduri de viola”, cinque “piphari” e dieci “trombeti”. Autografi, cart. 94. | |
11. s.d. [XVI sec.]. Cinque cremonesi suonatori di viola del re di Francia supplicano il duca di Milano di essere esclusi da obblighi e pene previste da una grida, che proibisce ai sudditi dello Stato di Milano di prestare qualsivoglia servizio per “Francia et francesi”. “Essi poverini sonatori” gli fanno presente di avere a suo tempo ottenuto “bona licentia” per recarsi in Francia, di non essere “dediti a arme”, e che con la loro “pocha virtù... di sonare” “sostentano... le moglie, et filioli, delli quali sono carichi, et che sono poverissimi”. Autografi, cart. 93. | |
12. s.d. [1580 ca.]. “Vergilio Bracescho milanese, Maestro de ballare” dei figli del re di Francia, rientrato come di consueto a Milano per visitare l’anziana madre è stato imprigionato: supplica di essere rilasciato e “lassato in pace”, “atteso che lui non è homo che si impaza di cose de guerra, ma solo homo da piacere et spasso”. Autografi, cart. 94. |
Un secondo gruppo di documenti, tutti ottocenteschi (nn. 13-19), è riferito o al Teatro alla Scala, o al Conservatorio. Con poche eccezioni, si tratta di suppliche di musicisti che in toni patetici implorano di essere assunti, per poter provvedere a famiglie invariabilmente numerose. Il caso più pietoso è forse quello del liutaio Giacomo Rivolta che, non riuscendo a vendere i suoi strumenti, era così disperato da essere perfino disposto a lavorare come corista alla Scala...
13. Milano, 21 giugno 1821. Il Regio Teatro alla Scala offre al tenore Crivelli una scritturazione per il “Carnovale 1821/1822”, con una paga insolitamente elevata, nella speranza che la voglia accettare. Spettacoli pubblici, Gestione governativa, cart. 13. | |
14. 17 marzo 1816. Johann Simon Mayr, richiesto di esprimersi sulle qualità del tenore Pietro Bolognesi, dà parere favorevole: la sua voce è “estesa e forte, corrispondente alla vastità d’un teatro grande, com’è quello della Scala”. Autografi, cart. 95. | |
15. Milano, 31 ottobre 1817. Agostino Belloli, cornista alla Scala, aspira al posto di professore in Conservatorio, reso vacante per la morte del fratello Luigi. Autografi, cart. 94. | |
16. 4 febbraio 1819. Ferdinando Orlandi, già maestro di musica della soppressa Casa dei Paggi, supplica di essere assunto in Conservatorio, per “qualunque tipo di impiego… per dar pane ai [suoi] figli”. Autografi, cart. 95. |
17. Milano, 18 luglio 1823. Il liutaio Giacomo Rivolta, oppresso dai debiti e da numerosa famiglia, implora disperato “di essere almeno collocato come corista” del teatro alla Scala, posto “quantunque al di sotto della sua capacità”. Spettacoli pubblici, Gestione governativa, cart. 14. | ||
18. Milano, 1 agosto 1814. I professori del Regio Conservatorio di Musica, “provvisoriamente” mantenuti in servizio dopo il cambio di regime, giurano fedeltà ed ubbidienza a Sua Maestà l’Imperatore e Re Francesco Primo. Autografi, cart. 95. | ||
19. Milano, 26 febbraio 1821. Due esempi di contratto stipulato dal Teatro alla Scala con orchestrali, specificante obblighi e divieti. Spettacoli pubblici, Gestione governativa, cart. 16. |